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Europa, l'importante è cantare vittoria sempre!

Quando i leader europei si ritrovano a festeggiare per un 46% degli ultranazionalisti austriaci, forse è arrivato il momento di farsi qualche domanda. E invece...

 

L'Unione Europea si trova in quella situazione politica e sociale caratterizzata da uno scarso supporto popolare e da una crisi istituzionale e partitica sempre più profonda, altresì detta: avere le pezze al culo.

Il segno definitivo di questo sprofondamento è diventato lampante con le ultime elezioni austriache: una vittoria del partito dei Verdi contro i supernazionalisti antieuropeisti di Hofer arrivata con una differenza di 6 punti percentuali e accolta come il trionfo finale dell'Unione Europea contro la deriva populista.

Salvi! Viva l'Europa! In culo a Salvini! In culo a Marine LePen! Evviva la cultura e l'amicizia.

Ora vogliamo dirlo tutti insieme, in un unico coro pieno di rancore:

MADDECHE'????

In Austria dall'inizio della seconda repubblica, cioè dal 1945, tutti i presidenti federali sono usciti dal Partito Popolare (ÖVP) o dal Partito Socialdemocratico (SPÖ), vale a dire gli equivalenti dei partiti tradizionali che si dividono la torta in tutte le nazioni europee. Questa volta entrambi questi nutriti schieramenti se la sono presa amabilmente nel fiocco, e al ballottaggio sono andati i Verdi e gli Ultranazionalisti.

Cazzo, un successone!

A quel punto il Barone Van der Bellen, detto il Barone Verde, si infila la casacca dell'europeismo e pensa di vincere a mani basse. Legittimo. Peccato che il voto si debba ripetere due volte per irregolarità e alla fine il risultato sia un "rotondo" 53,6 contro il 46,7 del partito antieuropeista, con una partecipazione molto alta che ha sfiorato il 75% degli aventi diritto.

Mettiamola così: se in Italia andasse a votare per le elezioni politiche lo stesso numero di persone che ha votato al referendum e la Lega si beccasse il 35% al primo turno per poi perdere al ballottaggio di 6 punti percentuali contro i Verdi, voi la chiamereste una vittoria dei moderati e dell'Unione Europea?

E' un po' come se la Juventus perdesse 5 partite di seguito, poi alla sesta col Crotone riuscisse a portarla a casa con un gollonzo nel recupero. Non lo chiamerei un successone, piuttosto l'ennesima figura di merda evitata per un pelo.

Questo è ciò che è successo in Austria. Non si chiama vittoria, si chiama catastrofe schivata per un soffio. Si chiama successo senza precedenti dei partiti antieuropeisti che si accoda alla Brexit e alla vittoria di Trump.

Un altro sonoro campanello d'allarme che, ancora una volta, non è stato compreso da chi si propone di salvare l'Unione Europea continuando a guardare dall'alto in basso chiunque muova una critica e bollando il dissenso come stupidità.

L'ennesima temutissima ondata di marea è arrivata e la città si è salvata per un nulla. Non è il momento di festeggiare, ma di guardare l'orizzonte e cominciare a costruire argini più efficaci, prima che arrivi la prossima.

Il 2017 sarà un anno importantissimo per l'Europa: il governo britannico farà scattare il famoso articolo 50 dando il via all'uscita effettiva del Regno Unito dall'Unione Europea, mentre Italia, Austria, Francia e Germania saranno chiamate a votare per le elezioni politiche. In Francia è possibile un ballottaggio tra il FN di Marine LePen e la destra conservatrice di Fillon, l'Austria, se i risultati delle presidenziali dovessero ripetersi, vedranno una maggioranza antieuropeista in parlamento, in Italia la Lega e il Movimento 5 stelle sono usciti vincitori dal referendum e, probabilmente, porteranno in parlamento una maggioranza unita soltanto dall'euroscetticismo, o per lo meno critica nei confronti della moneta unica. In Germania, per finire, i nazionalisti anti immigrati dell'Afd hanno battuto la Merkel nel suo stesso Land alle regionali.

Ovviamente tutto può essere sovvertito dalle urne, ma in generale non sembra che l'Unione Europea possa dormire sonni tranquilli. E invece i risultati austriaci sono stati accolti come una ventata d'aria fresca: un grande risultato dell'Europa accogliente e unita.

Ci sono solo due possibilità: o a Bruxelles sono tutti cretini o l'Europa sta veramente, ma veramente, con le pezze al culo.

Tertium non datur.


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