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Referendum, il circo equestre delle analisi

Il 4 dicembre è stata una giornatina mica male.

L'Italia ha dato il meglio di sé votando contro, inaugurando l'estensione dell'odio da social alle urne. Un lampo d'orgoglio nazionale. La maggior parte degli elettori ha votato per mandare a fanculo il caposcout di Palazzo Chigi, il che è perfettamente legittimo, soprattutto considerando che la costituzione non la conosce nessuno. Nemmeno in parlamento.

Ma bisognava votare sulla costituzione! Nel merito della riforma!

Non diciamo cazzate: gli unici referendum per cui si è votato nel merito (non scriverò referenda neanche sotto tortura), sono stati quelli in cui si è stati chiamati a decidere su un lato pratico e tangibile della vita pubblica: monarchia/repubblica, divorzio, acqua pubblica. Basta.

Quando si è chiamati a scegliere su argomenti di cui non si capisce nulla ci sono solo due soluzioni: ascoltare chi (in teoria) ne sa qualcosa, oppure dare torto a chi ti sta sui coglioni. Entrambi i metodi sono inattaccabili, e i risultati questa volta sono abbastanza eloquenti.

La cosa più divertente, a parte il brivido animale della #maratonamentana, sono le letture critiche del post voto. Una sorta di spettacolo circense di trapezisti e acrobati in giacca e cravatta impegnati a mettere insieme in un'unica chiave di lettura tutti i nodi della cronaca mondiale: brexit, elezioni USA, terremoto, emergenza profughi, stabilità dell'Unione Europea, riscaldamento globale...

"What the fuck?" [ Cit. Mario Sechi]

Che meraviglia.

"Linea a Norcia al nostro inviato Ciccio Pastina per sentire comme hanno votato i terremotati..."

"Linea a Gorino al nostro inviato Ugo Piede per sentire le voci dei barricaderi anti-immigrati riguardo al referendum..."

"Ma l'endorsement di Obama porterà davvero sfiga?"

"I mercati asiatici vedono l'Euro crollare di una scoreggia percentuale nei confronti del dollaro del Brunei: l'inizio della fine della moneta unica per colpa del "no" ?"

Che meraviglia.

Poi arrivano gli "exit-poll-non-scientifici-che-se-ti-fidi-non-cambi-canale-ma-non-vogliono-dire-un-cazzo-e-noi-ti-abbiamo-avvertito".

E lì il colpo di scena! Salvini, senza che neanche mezza scheda sia stata aperta, si lancia nell'azzardo più cazzuto e mette il cappello sulla vittoria: la prima faccia del "no" apparsa in tv è la sua!

E se poi gli exit-poll-non-scientifici si sbagliano e prendi una musata? Frega niente! Via a bruciare sul tempo i 5 stelle e Forza Italia! "Renzi si dimetta! Vittoria del popolo!"

La faccia di Brunetta che appare dopo cinque minuti, obbligato a ripetere esattamente le stesse parole del leader della Lega, è tutta un programma. A quel punto i 5 stelle non possono parlare subito, aspettano che parli Renzi, forti del loro ruolo di leadership del fronte del "no". Escono in cinque e si dividono il commento ufficiale come Qui, Quo e Qua, bruciando la migliore possibilità che avevano di partire aggressivi nella prossima corsa elettorale.

Intanto nel camerino di Brunetta: "Dai Renatino sei pronto? Dai che Salvini sta già parlando!"

Che meraviglia.

La battaglia si sposta a quel punto sui social: tutta l'Intelligencija snob si scaglia contro i populismi e il voto di pancia, dall'altra parte la curva sud del fronte del no risponde con un ampio "suca" a doppia mano. Poco importa che il volto del populismo stavolta comprendesse Zagrebelski e Onida, mentre la visione politica profonda e intelligente avesse il sorriso della Boschi. Non importa niente. Persino i giornalisti che in genere si danno un tono sbracano completamente, come Scanzi che ci regala una perla coreografica invitando Rondolino a puppare la fava sul basso di Roger Waters.

Che meraviglia.

In effetti chi ha votato "No" ha votato con Salvini e Grillo, ma chi ha votato "Si" ha votato con la Boschi, Alfano e Verdini... Se è vero che si è votato facendo il tifo c'è poco da stare allegri.

Di fatto i risultati del referendum sembrano quelli di un quiz di Buzzfeed, chissenefrega delle percentuali:

Hai votato no? Sei un caprone e ti fai abbindolare dai populisti più caproni di te.

Hai votato si? Sei un servo dei poteri forti, banchiere corrotto e schiavo della kasta.

Non hai votato? Sei un irresponsabile menefreghista terrorista della democrazia.

Non si salva nessuno: è tutto bellissimo. Non vedo l'ora di ricominciare.


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